ARTICOLO SULL’ASSOCIAZIONE DECEBAL PER LA RIVISTA KIBO nr. 3 2020

Nel 1987 abbiamo  fondato l’Associazione culturale italo – romena Decebal che aveva ed ha come principale obiettivo quello di far conoscere agli italiani, specialmente nell’ambito della Regione Friuli Venezia Giulia e Trieste, la cultura, la storia e le tradizioni del popolo romeno. In maniera quasi naturale perciò abbiamo ritenuto che un argomento importante da trattare nel corso dei programmi della Associazione sarebbe stato quello degli istroromeni. Infatti la posizione privilegiata di Trieste  ci consentiva di raggiungere con un’ora di macchina le località nelle quali si era insediata questa popolazione. Una grande curiosità ci animava per il fatto che la conoscenza approfondita di questa comunità l’avevamo fatta leggendo libri di storia della letteratura e di linguistica romena. Questo però era successo dopo che un professore istriano che conoscevamo aveva contattato Elena, nel 1985,  perché voleva la traduzione dal romeno all’italiano di una breve poesia che aveva tratto da un libretto che una anziana signora che viveva ad Ancona gli aveva inviato. Quando avemmo il libretto tra le mani ci accorgemmo che era intitolato Calendari de li rumeri din Istria di Andrei Glavina. Chiedemmo subito delle spiegazioni all’amico professore che  rispose che la signora in questione era la moglie di Andrei Glavina e che lui, anche su sua sollecitazione, stava scrivendo un articolo sulla storia dei romeni dell’Istria che da noi erano comunemente conosciuti come i cicci. Subito tutto fu più chiaro, almeno dal punto di vista geografico, perché la cicceria la conoscevamo ed era la zona che nel centro dell’Istria abbracciava il Monte Maggiore. Appena nel maggio del 1991 però, durante una pausa di un convegno a Fiume, dove partecipava Ervino,  abbiamo trovato il tempo  per andare a Zejane dove avevamo sentito dire che si parlava il dialetto istroromeno. Quando arrivammo a Zejane e ci guardammo intorno comprendendo subito uno dei motivi perché quei romeni,  in maggior parte nel XV secolo, si erano lì insediati. Infatti  il panorama intorno a noi era simile a quello dei Carpazi. monti rotondeggianti, non molto alti, tanto verde, diversi pascoli, un paesaggio direi mioritico. Quei romeni dopo un infinito girovagare si erano sentiti a casa. A Zejane allora c’era una trattoria che era anche il centro sia fisico che sociale del paese e dei suoi 172 abitanti. Quando entrammo trovammo un giovane oste che stava versando vino ai diversi clienti e parlava animatamente con loro in croato. Ci avvicinammo al banco e  chiedemmo in romeno una bevanda. Con sorpresa nostra e sua iniziammo così a parlare ed a capirci, sia pure con qualche difficoltà, noi parlando romeno e lui parlando il suo dialetto istroromeno che in effetti aveva anche molte parole slave ed anche alcune italiane. L’emozione fu grande. In seguito lessero il libro di Ioan Maiorescu: Itinerarul in Istria e scoprimmo lo stesso scrittore romeno aveva provato la medesima emozione quando aveva sentito parlare anche lui per la prima volta un istroromeno. Questo fu l’inizio purtroppo interrotto dalla nefasta guerra che qualche mese dopo doveva coinvolgere tutte le repubbliche della federazione Jugoslava, Croazia compresa. Appena nel 1992, a conflitto non terminato ma spostato più a sud in Bosnia, andammo una seconda volta a Zejane, avendo nel frattempo conosciuto un grande cultore ed amante della causa degli istroromeni. Il dott. Petru Emil Ratiu che viveva e vive a Roma. Da questo momento gli istroromeni sono stati sempre un argomento di loro sempre interesse poiché solo dopo abbiamo scoperto che diversi erano gli istroromeni a Trieste. Questo fatto ci portò nel 1996 ad organizzare la prima conferenza internazionale mai fatta sulla lingua, la cultura e la storia degli istroromeni presso la Fiera di Trieste sotto l’egida della Comunità Europea. Il convegno ebbe un grande successo, tre tra i maggiori studiosi tennero le loro relazioni, il prof. Augustin Kovacec di Zagabria , il prof. Petru Neiescu ed il prof. Nicolae Mocanu di Cluj, oltre che a politici e diplomatici italiani, croati e romeni. In quella occasione Elena  tradusse in italiano per la prima volta il libro di Ion Maiorescu, Itinerarul in Istria. Fu organizzata una mostra fotografica dei luoghi, costumi, libri e documenti sugli istroromeni. Inoltre circa una trentina di istroromeni parteciparono alla manifestazione. Queste iniziative diedero anche lo spunto al dott. Ratiu di fondare una Associazione con oggetto solamente gli istroromeni con il nome di Andrei Glavina e di iniziare un capillare lavoro culturale anche sul campo nei paesi croati interessati. Con piacere abbiamo partecipato ad alcune di queste iniziative del dott. Ratiu e nel contempo abbiamo sempre continuato a promuovere la conoscenza di questa cultura tramite conferenze varie, mostre. Una iniziativa rilevante fu la realizzazione, nel 2007 a Trieste, di una grande mostra con un ricco catalogo sulla storia lingua e cultura degli Istroromeni che rappresenta l’unica pubblicazione che riassume tutta la storia cultura e lingua degli Istroromeni.  Questa mostra ebbe un grande successo a Trieste e poi fu richiesta e portata a Venezia, dall’Istituto di ricerca umanistica romena a Palazzo Correr (casa Iorga), a Timisoara dalla Università de Vest presso il Muzeul de Arta di Piata Unirii e dal Museo Astra di Sibiu nella sala comunale di Piata Mare, a Graz ed in altre città della Regione Friuli Venezia Giulia. Queste iniziative spronarono anche altri a interessarsi degli Istroromeni, e così è stato per la Ambasciata romena di Zagabria, per la Regione Istriana, per alcuni giornali e televisioni romene. Ogni nuova iniziativa però è iniziata con un contatto preliminare con noi, testimoniando così la bontà e serietà del nostro  pluridecennale lavoro ed impegno.

 

Elena Pantazescu ed Ervino Curtis


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