Questa ricerca è iniziata da una mia volontà di approfondimento della conoscenza del Principe Eugenio di Savoia una figura storica abbastanza poco conosciuta in Italia ma che ebbe una grande ruolo per alcuni luoghi dove ho importanti relazioni umane che rappresentano una parte rilevante della mia vita.
Sto parlando di Trieste e l’Italia dove sono nato ed ho parenti ed amici, dell’Austria dove ho parenti ed amici e della Romania e Timisoara dove anche ho parenti ed amici.
Il Principe Eugenio di Savoia fu un protagonista della storia europea e le sue scelte hanno condizionato il futuro in particolare di Trieste e Timisoara ma potremmo dire della intera Europa.
Inoltre la curiosità di conoscere di più sul principe accrebbe quando vidi per la prima volta il palazzo Belvedere, la sua più grande residenza in Austria, che per bellezza e maestosità ancorché per la sua collocazione è sicuramente una delle più belle costruzioni della capitale austriaca.
Le fonti sono state diverse di scrittori italiani, tedeschi ed inglesi senza naturalmente mancare tra queste una consultazione del più famoso libro biografico sul principe Eugenio scritto dal biografo di Maria Teresa nel 1800 Anton von Arneth . Non sono mancate anche consultazioni su internet che però spesso non possono essere considerate fonti vere e proprie ma che in alcuni casi sono di aiuto nella ricerca.
In complesso la bibliografia su Eugenio di Savoia è molto vasta anche se in gran parte in lingua tedesca, inglese e francese. Una piccola parte di questi libri (29 pubblicazioni) si possono ritrovare presso la Biblioteca Civica di Trieste. Il fatto interessante è che la sua prima biografia è datata nel 1700 quando Eugenio aveva 37 anni e fu scritta in tedesco e subito tradotta in olandese ed altre lingua.
La mia scelta pertanto di consultazione primaria è stata fatta su testi in lingua tedesca, inglese ed italiana per avere una rappresentazione di posizioni e valutazioni diverse sul principe Eugenio, cercando di integrarle per dare una valutazione quanto più possibile imparziale sulla sua figura. Naturalmente questa relazione è selettiva poichè solo la biografia dell’Arneth è composta da tre volumi. Noi invece cercheremo di delineare la sua storia in 12 cartelle. Lascio comunque alla vostra curiosità il compito per esempio di approfondire il suo periodo nel Banato ed a Timisoara.
LA SITUAZIONE IN EUROPA
Per entrare nell’argomento è importante ora fotografare la situazione politica europea della seconda metà del 1600.
Dopo la fine della guerra dei trentanni nel 1648, la Francia dal 1661 governata da Luigi XIV, oramai senza più la tutela del Cardinal Mazarino, si ripropone come la più grande potenza europea e dai fasti della sua corte il re Sole vuole passare al controllo dell’Europa.
Come già il suo predecessore Francesco I, soprannominato il turco cristiano, anche Luigi XIV complotta con i turchi contro l’Austria che rappresenta il suo più grande nemico ed avversario.
L’Austria nel contempo, dove nel 1658 Leopoldo I d’Asburgo viene incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero, deve affrontare la continua pressione dei Turchi che dopo la disfatta ungherese di Mohacs nel 1526 si erano saldamente insediati in tutta l’Ungheria e nei Balcani e minacciavano costantemente la stessa città di Vienna.
L’esercito austriaco riorganizzato dal generale Montecuccoli riesce a conseguire alcune vittorie sui turchi nel 1663 e 1664.
Le potenze marittime , l’Olanda e l’Inghilterra , arricchite dal commercio con coi possedimenti oltremare e dalla incipiente industrializzazione mal vedevano le aspirazioni del potere della Francia. Comunque erano restie ad un loro diretto coinvolgimento in una guerra contro la Francia ed aiutavano l’Austria nella guerra contro i Turchi solo con aiuti finanziari.
Più concreto era l’appoggio dalla Polonia e da Venezia all’Austria poiché direttamente coinvolte nella lotta antiottomana. In tale periodo fu rilevante la figura di Marco d’Aviano, predicatore della corte di Asburgo, che bandì quasi una crociata contro i turchi.
LA SITUAZIONE A TRIESTE E TIMISOARA
Qui introdurrei una parentesi per vedere cosa succedeva a Trieste e Timisoara in tale periodo. La città giuliana pur essendo ancora un piccolo borgo di qualche migliaio di abitanti non sfuggiva all’interesse degli Asburgo anche come porto e tale fatto fu attestato dalla visita che l’imperatore Leopoldo I fece a Trieste nel 1660. Comunque a quel tempo il Mare Adriatico era una proprietà assoluta di Venezia e l’Austria non possedeva ancora una flotta. Anche se le vicine postazioni militari strategiche imperiali di Duino e Gorizia e la dedizione che Trieste aveva fatta all’impero già nel 1382 aveva accresciuto il ruolo che era destinata a svolgere nel futuro.
Nel frattempo Timisoara assieme a tutto il Banato e due terzi dell’Ungheria , erano sotto l’influenza ottomana dopo la disfatta di Mohacs del 1526. E nel 1552 Timisoara viene conquistata dagli ottomani che diventa un importante punto strategico militare direttamente sotto l’amministrazione del Sultano e capitale del neocostituito Pascialato di Timisoara. Per oltre 150 anni perciò Timisoara rimane sotto la dominazione turca anche se ci sono alcune rivolte ed anche alcuni tentativi di riconquista però tutti senza risultati favorevoli. Timisoara acquista in questo periodo una caratteristica che si rafforzerà anche in seguito affermandosi come una città multiculturale ed ospitando tra le sue mura comunità con lingue e religioni diverse.
IL PRINCIPE EUGENIO
Terminata questa essenziale premessa che delinea il quadro complessivo della situazione europea, entriamo ora nel personaggio del Principe.
Egli nacque a Parigi il 18 ottobre 1663 da Olimpia Mancini, nipote del Cardinale Mazarino e da Eugenio Maurizio Principe di Savoia, Carignano, Conte di Soissons.
La madre , grande protagonista degli intrighi della corte di Luigi XIV, dopo la scomparsa dello zio Mazarino, perde il suo potere e viene cacciata dalla Francia nel 1680, il padre muore in battaglia nel 1673 quando Eugenio aveva 10 anni.
Eugenio in realtà viene cresciuto dalla nonna, Maria di Borbone, Principessa di Carignano e subisce le vendette trasversali di potenti dame francesi adirate contro la madre che convincono il Re Luigi XIV a destinarlo alla carriera ecclesiale, nonostante una sua volontà di intraprendere la carriera militare. L’adolescente Eugenio viene indicato come il piccolo abate e chiacchierato per una sua, mai dimostrata, antipatia e ripulsa verso le donne con il soprannome di sgualdrinella.
La svolta della sua vita avviene nel 1683 a ventanni.
In tale anno Vienna è assediata dai Turchi di Maometto IV comandati da Kara Mustafà. Con un potente esercito le difese di Vienna stanno per cedere. Se Vienna cadeva, i turchi sarebbero dilagati in Europa e probabilmente la nostra storia attuale sarebbe stata profondamente diversa. Ciò nonostante, le potenze europee stanno a guardare e non intervengono a fianco dell’Austria, anzi la Francia continua a tramare contro. Tale situazione però infiamma gli animi di molti giovani nobili europei che accorrono a prestare il proprio personale aiuto a Leopoldo I. Eugenio assieme ad un suo caro amico il Principe Conti fugge dalla Francia e si reca alla corte di Leopoldo. Tale fatto è reso ancora più determinato poiché nello stesso anno suo fratello maggiore Luigi Giulio, comandante di un reggimento di dragoni, muore in battaglia sotto Vienna.
Il Principe Conti non segue Eugenio fino a Vienna però lo aiuta finanziariamente. E Leopoldo ben volentieri accoglie Eugenio nelle file del suo esercito, una piccola delusione per Eugenio è che non gli viene destinata una posizione di comando.
Ritorniamo ora sotto le mura di Vienna dove il composito esercito turco, formato da giannizzeri, cavalieri essenzialmente bosniaci, zingari, truppe del genio comandate da specialisti europei, truppe valacche, ed eunuchi che rappresentavano la truppa più scelta e feroce del sultano, si apprestano a dare il colpo finale alla stremata città di Vienna.
In tale contesto è doveroso ricordare che proprio le truppe Valacche, Comandate dal Principe Cantacuzino, le quali obtorto collo avevano dovuto seguire l’impresa militate ottomana, tramite azioni di spionaggio e di informazione svolte contro i turchi a favore degli assediati, riescono ad aiutare in maniera determinante i difensori austriaci.
La svolta decisiva è comunque rappresentata dall’apporto militare del Re di Polonia Sobieski e, che con il suo esercito assieme a quello austriaco comandato dal Principe Carlo Duca di Lorena attuano un contrattacco verso l’esercito turco che preso alla sprovvista viene sbaragliato. Tanto che nella tenda lussuosa di Kara Mustafà, favorite e cigni perdono la testa e poco dopo lo stesso capo dell’esercito Turco sarà invitato da Maometto II a togliersi a vita. Nelle successive azioni di contrattacco si distingue anche il Principe Eugenio.
Rinvigoriti da tale vittoria gli austriaci sempre sotto il comando del Principe Carlo Duca di Lorena, e rinforzati dall’appoggio di Papa Innocenzo XI, di Venezia, dei Polacchi e di altri principi europei inseguono i Turchi conquistano Buda, arrivano fino ad Arad, e nel 1688 conquistano Belgrado che verrà però di nuovo ripresa dai turchi nel 1690.
Il Principe Eugenio di Savoia già nel dicembre del 1683 è nominato comandante di un reggimento di dragoni e nel 1685 è generale a soli 22 anni. Assieme al grande amico Principe di Commerci partecipa a tutta la battaglia contro i Turchi fino al 1688 con la presa di Belgrado dove viene ferito. Queste sue azioni gli frutteranno il primo riconoscimento internazionale, infatti riceve dal Re di Spagna Filippo II l’Ordine del Toson d’Oro.
Nel frattempo però le pretese della Francia scatenano in Europa la guerra dei 9 anni provocando una coalizione antifrancese di Olanda, Inghilterra, Austria, Spagna e principi tedeschi a cui nel 1690 si aggiunge Vittorio Amedeo di Savoia. L’ormai generale Eugenio viene spostato su tale fronte e dapprima partecipa alla battaglia di Magonza e poi in Piemonte alla campagna in Italia realizzando importanti risultati a Staffarda ed a Cuneo.
Però la minaccia dei Turchi arriva di nuovo per l’Impero nel 1697 ed Eugenio è nominato comandante in capo dell’Armata imperiale e sconfigge clamorosamente i turchi a Zenta (ci saranno oltre 30.000 morti) inseguendoli poi fino a Sarajevo. Dopo aver conquistato anche Arad nel 1699 viene firmata la pace di Carlowitz con la Turchia con cui si stabilisce che l’Ungheria e la Transilvania vanno all’Austria
Nel 1697 era stata firmata, nel frattempo, la pace tra l’impero e la Francia. Pace che avrà poca durata, infatti nel 1701 inizia la guerra di successione spagnola.
Una abile manovra di Luigi XIV fa infatti salire sul trono di Spagna il proprio cugino Filippo d’Angiò.
Fatto che provoca le ire di Leopoldo I che per successione dinastica aveva acquisito quel trono per il figlio Carlo.
Con un colpo di mano Eugenio entra con le truppe imperiali in Italia attraversando le Alpi, a Rovereto passando per la neutrale Repubblica di Venezia aggirando i francesi del generale Catinat.
Comandante in capo dell’esercito francese viene posto l’anziano e poco abile Villeroy che subisce ad opera del sempre inventivo generale la beffa di Cremona.
A Cremona si trova il quartier generale francese e con una azione notturna e fulminea Eugenio fa prigioniero Villeroy, non gli riesce però la conquista della piazzaforte a causa della strenua resistenza francese.
Villeroy passerà in seguito un lungo periodo a Vienna e sarà alla fine rilasciato anche senza riscatto.
In realtà tale vittoria provocò l’entrata in scena quale comandante delle orze francesi di Vendome che diede molto più filo da torcere all’impero.
Le difficoltà di Vienna e lo stantio risultato della campagna italiana sono elementi che assieme al grande prestigio acquisito da Eugenio lo fa nominare nel 1703 Presidente del Consiglio Aulico a Vienna, supremo organo militare politico.
Qui il principe inizia un’azione di rinnovamento di sistema gestionale delle carriere militari (fino ad allora venivano venduti gradi e cariche militari) che gli causeranno non pochi nemici. Tra le curiosità si inventò anche il Passo Romano nelle sfilate.
Nel 1704 riprende la presenza sui campi di battaglia in Germania dove le forze alleate inglesi, olandesi ed imperiali sono sotto il comando di Marlboruogh, con il quale c’è una intesa perfetta ed una stima ed ammirazione reciproca.
Assieme conseguono la importante vittoria di Blenheim.
Però nel 1705 muore Leopoldo I a cui succede il figlio Giuseppe I. Si forma in tale momento una posizione di potere rappresentata dalla triade Wratislaw, primo ministro, Eugenio, Presidente aulico e l’Imperatore che gestisce tutta la situazione militare e diplomatica senza contrasti. Nello stesso anno Eugenio ritorna in Italia al comando dell’armata imperiale e nel 1706 dopo vari fatti d’arme favorevoli sbaraglia l’esercito francese che assediava Torino e lo insegue con minor fortuna fino a Tolone in Francia.
Nel 1707 Eugenio è nominato Generalissimo a 44 anni.
Dal 1707 al 1710 ritorna nelle Fiandre dove assieme al comandante Marlborough riporta diverse vittorie la più importante delle quali è Malplaquet
Nel 1711 tre avvenimenti importanti: la morte di Giuseppe I, l’ascesa la trono di Carlo VI, e la destituzione del generale Marlborugh assieme al disimpegno inglese nella guerra antifrancese.
Le vicende politiche inglesi che hanno portato alla destituzione dell’amico generale provocano un viaggio in Inghilterra nel 1712 di Eugenio che pur ricevendo un enorme successo personale da parte del popolo inglese, non riesce a spostare la linea politica di disimpegno del nuovo governo.
Nel 1713 la pace di Utrecht riappacifica brevemente le parti in lotta, ed un anno dopo finisce formalmente la guerra di successione spagnola. La situazione però rimane tesa poiché Carlo VI, attraverso la Prammatica Sanzione vuole garantire la successione al trono degli Asburgo dell’unica figlia femmina, Maria Teresa.
Con la morte di Luigi XIV termina la pressione della Francia e rimane in occidente il contenzioso dei possedimenti spagnoli in Italia.
Nel 1716 scoppia di nuovo la guerra austro-turca ed Eugenio è di nuovo sul quel fronte. Con forze minori ma con la consueta abilità sconfigge i Turchi a Peterwaradein e successivamente a Berlgrado.
Occupa Timisoara ed il Banato. Nel 1718 i Turchi sono costretti alla pace di Passarowitz che pone definitivamente la parola fine alle loro velleità di espansione e determina la nuova egemonia austriaca sui Balcani nord occidentali
Segue ora un periodo di relativa pace per l’impero, dove gli sforzi vengono concentrati nella organizzazione dello stato e dell’economia.
Si costruiscono strade, si fondano compagnie marittime, rilevante quella di Ostenda con interessi dello stesso imperatore e dello stesso principe Eugenio che però non crede molto nel futuro marittimo dell’impero a causa dello strapotere delle potenze marittime.
Qui ritorna Trieste, già bombardata dal mare nel 1702 durante la guerra di successione spagnola. L’Austria imposta un ruolo marittimo per Trieste nel 1717 con la carta di libera navigazione nell’Adriatico e nel 1719 con l’istituzione del porto Franco. In realtà la flotta militare asburgica inizia la sua attività nel 1731 con la chiamata a capo della stessa dell’ammiraglio genovese Giovanni Pallavicini (Casa di fronte a Hofburg) che pochi anni dopo nel 1734 sbarca e fortifica il porto di Trieste per la prima volta.
Lo stesso Carlo VI viene a Trieste 1l 10 settembre del 1728 per tre giorni. Interessante è la nota del Babudieri, peraltro da me non ritrovata da altre parti, che lo stesso porto di Trieste fu perorato dal Principe Eugenio nel suo ruolo di Presidente aulico per la funzione militare che poteva avere.
Nello stesso periodo, dopo la vittoria di Petrovaradin, nel 5 agosto 1716 il 12 ottobre del 1716, dopo 48 giorni di assedio si arrende Mehmed Pasa ed il 18 ottobre entra trionfalmente a Timisoara il Principe Eugenio di Savoia. Una sua prima azione politica, anche forte del suo ruolo di consigliere aulico, viene ad essere un intervento presso l’imperatore per perorare la diretta amministrazione del Banato e di Timisoara da parte della Casa Imperiale e non come richiesto dagli ungheresi che sia posto sotto il regno di Ungheria. Il 28 giugno 1719 l’Imperatore firma il Decreto che affida l’amministrazione del Banato con sede a Timisoara direttamente sotto la sua giurisdizione. Il comandante di questa provincia, che rimarrà sottoposta ad un regime militare fino al 1751, viene nominato direttamente dal Consiglio aulico perciò dallo stesso Principe Eugenio.
L’ultima parte della sua vita il Principe la trascorre a Vienna sempre tra le cose di Stato ma come rileva il, Mc Kay sempre più messo da parte da Carlo VI che non aveva apprezzato la contrarietà del Principe alle sue iniziative commerciali e reso più debole anche dalla morte di Wratislaw avvenuta già nel 1712.
Il principe Eugenio infatti dichiara nel 1723 “ sono tuttavia del parere che sarebbe stato più opportuno sotto ogni riguardo lasciare che i commerci venissero perseguiti su base privata piuttosto che istituire una compagnia con le conseguenze che non ho mancato di prevedere.” Difatti nel 1831 viene chiusa la compagnia di Ostenda.
In ogni caso nel 1734 Eugenio è di nuovo sui campi di battaglia e guida le forze imperiali durante la battaglia di successione polacca.
Nel 1736 dopo essersi coricato durante una normale e stanca giornata Eugenio non si risveglia più.
Questa interessante figura di generale integerrimo per fedeltà e correttezza e che rappresenta quasi una leggendaria figura di cavaliere cantata anche in una popolare canzone di quei tempi, non è ricordata solo per le sue imprese militari, le quali travolsero con nuovi schemi le antiche concezioni strategiche militari e che introdussero nelle battaglie attacchi notturni, colpi di mano, spionaggio, rapidi movimenti delle truppe che fanno parte oramai della moderna arte della guerra e che portarono lo stesso Napoleone a considerarlo quale uno dei più grandi generali della storia dell’umanità. Infatti Eugenio nelle sue brevi pause dai campi di battaglia o mentre si curava le ben 17 ferite più o meno gravi ricevute nelle varie battaglie, costruì palazzi a Vienna e dintorni, che sono ora il vanto della città, collezionò quadri e raccolse una biblioteca delle più importanti del suo tempi. Si servì per fare ciò di agenti propri in tutte le parti d’Europa ed investì così il suo ingente patrimonio conseguito con le guerre. Importante furono le sue amicizie tra cui quella con il filosofo Leibnitz. Purtroppo non si sposò e non ebbe eredi, ciò gli valse anche il soprannome di Mars ohne Venus, e nella sua vita privata assolutamente integerrima le amicizie femminili furono veramente poche anche se non mancarono e non diedero luogo, cosa strana per i tempi, a nessun pettegolezzo, a parte quello ricordato delle sua adolescenza in Francia. Non parlò mai bene il tedesco anche se i tedeschi lo considerano uno dei loro eroi più grandi, si firmava Eugenio Von Savoy in uno strano miscuglio di italiano, tedesco e francese, fu ammirato dagli inglesi, rispettato dai francesi, temuto dai turchi e si dimostrerò un abile diplomatico nonché come abbiamo visto pocanzi un mecenate.
Non ebbe in realtà alcuna brama di conquista e tutte le sue azioni furono improntate alla dedizione alla casa d’Austria ed al consolidamento dei confini dell’impero che consegnò a Maria Teresa sicuro, forte e rispettato. Si può affermare pertanto che senza ombra di dubbio che il duraturo e proficuo regno della più importante imperatrice d’Asburgo che andava dall’Italia fino alla Romania fu in gran parte opera di questo generale.
Gli echi positivi e negativi di questo grande uomo di azione europeo si sono però protratti nei tempi, così ritroviamo, decine di biografie, centinaia di saggi, migliaia di articoli, monumenti a lui dedicati a Vienna e Torino, una corazzata con il suo nome venne varata a Trieste il 1912 e, dopo la prima guerra mondiale, terminò la sua storia nel 1922 come nave bersaglio, parimenti un incrociatore pesante fu varato dalla Germania nazista nel 1938 a Brema con il suo nome e anche lui fini la sua carriera nel 1947 quando fu usato come bersaglio nel poligono atomico di Bikini. Una pagina nera contraddistinta dal suo nome fu la storia della Divisione delle SS Prinz Eugen che fu costituita nel 1942 essenzialmente da Voklsdeutsche (uomini di stirpe tedesca) provenienti dalla Serbia e dalla Croazia ma soprattutto dal Banato drammaticamente distintasi nelle operazioni antipartigiane in tutti i Balcani con numerose stragi ed atrocità anche nei confronti di civili. Il suo primo comandante fu Arthur Phelps (30 gennaio 1942 – 15 maggio 1943)
Phleps, era stato un soldato nell’esercito imperiale austriaco, era un Volksdeutsche della Transilvania ed ha servito il corpo della montagna nell’esercito rumeno fino a l941. Quasi 7500 sono stati i partigiani e civili uccisi dai nazisti in Banato di cui proprio questa divisione fu la massima responsabile.
Naturalmente nessuna colpa può attribuirsi al Principe Eugenio per le atrocità naziste anche se proprio da lui partì e fu coordinata la prima emigrazione di tedeschi nel Banato . “Il Karolinische Ansiedlung,„ o colonizzazione della Caroline, che si è presentata a partire dal 1718 al 1737;
ed ebbe tre obiettivi: 1) fortificare il territorio contro l’invasione, 2) sviluppare la terra con le aziende agricole, 3) espandere la religione cattolica in Europa Orientale La colonizzazione del Banat fu affidata dal Principe Eugenio di Savoia al principe Claudius Florimund.
I coloni sono venuti dalle regioni conosciute come Baden, Wuerttemberg, l’Alsazia, il Lorraine, il Rhinelands, la Vestfalia, Baviera e Swabia così come da altre zone. Anche se sono venuti dalle varie regioni ed hanno parlato i vari dialetti, gli ungheresi li hanno denominati Svevi ed il nome è venuto ad essere utilizzato nel riferimento a tutti i tedeschi che si sono stabiliti nella valle del Danubio. La maggior parte erano contadini poveri che avévano coltivato la terra dei signori feudali e che erano stati sottoposti a tasse pesanti ed a coscrizione militare.
La città di Ulm, nella regione sveva, era un punto di partenza comune. Da Ulm, i cassoni con le masserizie sono stati imbarcati sulle barche chiamate “Ulmer Schachtel„ ed hanno navigato il Danubio fino a Vienna, da dove hanno proseguito via terra sui carri. L’itinerario del Danubio li ha fatto passare attraverso Budapest per arrivare nel Banato.
Molti dei circa 15.000 coloni tedeschi dalla prima colonizzazione sono stati uccisi nelle incursioni turche, o sono stati morti dalla peste bubbonica.
La colonizzazione è venuta ad essere conosciuta come “ der Grosse Schwabenzuge„ o “il grande viaggio svevo e dopo la prima ci furono altre due colonizzazioni nel 1700:
- “La Maria Theresianische Ansiedlung,„ o colonizzazione di Maria Theresia, che si è presentata a partire da 1744-1772; e3. “Il Josephinische Ansiedlung,„ o colonizzazione di Josephine, che ha avvenuto sotto Joseph II 1782 – 1787.
Per concludere in maniera più simpatica e leggera però vorrei ricordare il Principe Eugenio per un motivo economico e sociale importante quale fu la fondazione della prima fabbrica di birra a Timisoara che fu anche la prima della Romania e che ci permette ancora adesso alzando un bicchiere assieme agli amici dopo una faticosa giornata di assaporare un’ottima birra carica di storia e simpatia.