Uno degli avvenimenti politico militari d’Europa nel periodo di fine primo secolo ed inizio del secondo dopo Cristo, è stato il confronto bellico fra l’Impero Romano, guidato dall’Imperatore Marcus Ulpius Traianus e lo Stato unitario Daco con il Re Decebal che rimase alla guida del suo popolo dal 87 d.C. al 107 d.C..
Le guerre fatte da Roma per trasformare il regno dei Daci in una Provincia imperiale entrarono, già in quell’epoca, nelle pagine dei scritti storici e poi nelle opere di generazioni di storici romeni. Ciò soprattutto accadde per l’incredibile resistenza degli autoctoni a nord del Danubio carpatico di fronte alla più grande concentrazione di forze armate di quel tempo.
Eloquente testimonianza la lettera scritta da Plinio il Giovane a Caninius, il quale voleva dedicare un libro ispirato a tale avvenimento:
….. fai bene a prepararti per scrivere di guerra Dacia. Perché quale argomento può essere più attuale, più ricco, più vasto, più pieno di poesia, quasi come la leggenda anche se si tratta di cose verissime? Canterai fiumi nuovi, fiumi che scorrono nelle campagne, ponti gettati sopra, accampamenti siti sui versanti pendenti delle montagne, un Re Decebal allontanato dalla sua residenza e dalla sua stessa vita senza aver mai perso la speranza……….
Da Dione Cassius il Re Decebal viene così caratterizzato:
…. Era abile nelle guerre e molto acuto nei fatti, sapendo quando avanzare e quando ritirarsi in tempo, valoroso nelle lotte, maestro nelle imboscate , sfruttando con tatto una vittoria e ritirandosi bene prima di essere vinto; per tali qualità per i romani è stato per molto tempo un grande nemico da temere…..
La dimensione della personalità militare di Decebal ha guadagnato, da un periodo storico all’altro, nuove valenze evidenziandosi nella misura dell’evoluzione qualitativa della scienza della Storia e dell’arricchimento di informazioni sul popolo Daco.